Se mia figlia fosse gay non sarebbe un problema, però preferirei che non lo fosse

Scritto da:
Redazione BookToBook
23 Set 2019

«Se mia figlia fosse gay non sarebbe un problema, le vorrei bene uguale. Però preferirei che non lo fosse» quanto fa male questa frase?

E da quando l’ha sentita si è piantata nella testa di Riccardo Gazzaniga tanto da diventare uno dei motivi per cui ha scritto il suo nuovo romanzo, Colpo su Colpo.

Quel “preferirei che non lo fosse” che fa male

Il testo che segue è stato scritto dall’autore


«Se mia figlia fosse gay non sarebbe un problema, le vorrei bene uguale. Però preferirei che non lo fosse» mi disse un giorno un amico.

Era una frase che avevo già sentito, ma realizzai quanto mi interessava la storia annidata dentro quel “preferirei che non lo fosse”, l’idea di raccontare una figlia gay che mettesse in crisi due genitori “normali”, due persone tutto sommato istruite, tutto sommato civili.

Il “preferirei che non lo fosse” si è incastrato dentro di me insieme ad altre frasi che già stavano lì.

Frasi che avevo sentito, a volte, nelle scuole, parlando di libri. Quando, firmando libri o scattando selfie sorridenti dopo presentazioni piene di gioia, non era così raro captare un “ma sei frocio?” o un “non sono mica lesbica, eh!”.

Proprio mentre queste considerazioni vagavano nella mia testa andai ad assistere a una riunione di sport di combattimento. C’era la kickboxing, il pugilato e anche la savate, la più antica arte marziale occidentale, di cui sono modesto praticante.

Giada Pastorino, genovese, combattente di savate e gay

colpo su colpo

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Tra tanti maschi pronti a salire sul ring notai una ragazzina.

Si scaldava scaricando calci e pugni sui colpitori tenuti dal suo mister. Colpi precisi, perfetti, potenti.

Era una spettacolo vederla, bellissima, elegante.

Sembrava illuminata da un raggio tutto suo, al centro del palazzetto, come la ragazza nella copertina di Colpo su colpo.

È nata così, Giada Pastorino, la mia protagonista, una studentessa che deve combattere in casa e a scuola, per difendere l’amore per Erica, sua compagna di classe. Ma Giada vuole battersi anche sul ring, per dimostrare – prima di tutto a sé stessa – chi è.

Non avevo mai scritto una protagonista donna.

Giada è, dunque, un personaggio inedito e anche difficile: calarsi nel punto di vista di una ragazza omosessuale del 2019 è complicato, per un uomo eterosessuale nato nel 1976.

Ma la scrittura è sia una sfida, che speri di vincere, sia un’esperienza che ti può condurre dove non saresti andato. E per affrontarla devi studiare, informarti, fare domande, rivedere le tue idee, i luoghi comuni e i preconcetti che, comunque, hai.

Con Giada è nato il maestro De Roma, il suo allenatore, la sua guida, l’uomo insieme rude e gentile capace di accettarla e spingerla ad affrontare la rabbia e il dolore, proprio mentre lui sta perdendo la sua battaglia contro la disperazione.

Ma a volte, se non puoi aiutare te stesso, l’unica cosa che ti resta è aiutare un altro essere umano.

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