Dante è molto più attuale di quanto tu possa immaginare

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Redazione BookToBook
26 Mag 2015

Dante? Lo conosciamo tutti, che domande: il Sommo Poeta, autore della Divina Commedia nonché uno dei padri della lingua italiana. Il peso che ha avuto nella storia della letteratura (e della cultura) è indiscutibile, e chiunque ricorda a memoria almeno un verso di quello che è da tutti considerato il classico dei classici. Ma chi sa quante e quali espressioni hanno visto la luce grazie al Sommo Poeta e hanno poi camminato fra i secoli fino a giungere a noi? Se alcune sono piuttosto scontate e conosciute, altre sono davvero sorprendenti.

Il 2021 ricorreranno i 700 anni dalla scomparsa di Dante e per celebrarlo ecco alcune espressioni dantesche che (forse) utilizzi senza sapere che arrivano proprio dalla Divina Commedia.

[via Linkiesta]

«Galeotto fu…»

Dal famoso canto di Paolo e Francesca (Inferno, V, 136). Si utilizza ancora oggi per indicare un intermediario amoroso. Nel caso di Dante, quest’ultimo era un libro.

«Il gran rifiuto»

Il Poeta faceva riferimento all’abdicazione di Celestino V (Inferno, III, 60), ma l’espressione si utilizza tuttora nei casi in cui qualcuno dà forfait.

«Inurbarsi»

Inventato di sana pianta da Dante, che aveva la velleità di creare nuovi termini, si utilizza (forse non più troppo spesso) per i trasferimenti in città.

«Fa tremar le vene e i polsi»

Da Inferno, I, 90. Perché mai utilizzare espressioni come «Si è preso uno spavento» quando si ha una frase del genere a disposizione?

«Non mi tange»

A essere superiore a tutto, per Dante, era Beatrice (Inferno, II, 92). Ora lo siamo noi che, con una punta di sdegno, guardiamo negli occhi il nostro rivale e alziamo le spalle: «Non mi tange».

«Stai fresco»

Da Inferno, XXXIII, 117. Quando si parla dell’Inferno pare un po’ un controsenso, ma per esprimere un rifiuto deciso è estremamente efficace.

«Il Bel Paese»

Da Inferno, XXXIII, 80. Un sinonimo dal suono poetico per indicare l’Italia.

«Cosa fatta capo ha»

Da Inferno, XXVIII, 107. Sembra un detto popolare, ma anche questa espressione è stata utilizzata in origine nella Divina Commedia.

«Senza infamia e senza lode»

Da Inferno, III, 36. La classica risposta che si dà quando qualcosa non ha alti o bassi evidenti.

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