Mio assoluto amore: cosa aspettarsi dall’esordio dell’anno

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Redazione BookToBook
05 Apr 2018

Caro lettore,

Mio assoluto amore ci racconta l’adorazione di un padre per la figlia, questa la storia in una riga.

Un sentimento da lei ricambiato in maniera cupa e alternante. Pressoché isolati in una vecchia casa di legno, in una parte selvaggia della California, eccoli, loro due, meravigliosi e contorti, unici. Il padre violento e sboccato, maniaco delle armi, e sua figlia quindicenne Julia, incapace di parlare alle sue compagne di classe, muta per troppo amore filiale, sopraffatta dal dolore e dalla passione per un uomo che non le ha mai comprato un vestito, che le ha insegnato soltanto a cacciare, uccidere gli animali, scuoiarli, curarsi da sola e che, per anni, le ha sussurrato all’orecchio di un mondo là fuori sfinito, chiuso nella morsa di un consumismo impazzito, un mondo che loro devono rifiutare, sradicare dalle loro menti, odiare insieme.

«Una lettura travolgente, una prosa stupenda e brutale. Un grande romanzo americano per questi tempi frammentati di isolazionismo e disincanto» Financial Tmes

mio amore assoluto

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Mio assoluto amore – Il miglior debutto americano dell’anno


«La prossima generazione ha una nuova eroina letteraria. Uno dei libri più importanti del decennio.» Harper’s Bazaar

Mio assoluto amore di Gabriel Tallent è stato segnalato come il miglior debutto americano di quest’anno, ha raggiunto immediatamente i primi posti della classifica del ‘New York Times’, è stato comprato ed è in corso di traduzione in tutti i paesi del mondo e Stephen King lo ha definito un capolavoro precisando di non stare esagerando -, tutte cose vere senza dubbio, che non dicono però la grazia e la forza di questo debutto: una storia mozzafiato, una bellissima trama comandata da uno stile straordinario.

«Impressionante. Un romanzo di una bellezza struggente.» The Wall Street Journal

Mio assoluto amore è un libro concepito in due grandi parti, come la navata e l’abside di una chiesa, discesa all’inferno e risalita della quindicenne californiana Julia, un libro concepito come due indimenticabili parti della Recherche di Proust, quelle del possesso e della privazione, della Prigioniera e della Fuggitiva. Intendiamoci, non mi sto inventando nulla.

L’indizio rivelatore, nascosto dallo scrittore per tutto il romanzo, ti schiaffeggia improvvisamente a pag. 402, quando la ragazza, sdraiata, si lascia sfuggire di mano il volume La Prigioniera di Proust. È allora che, di colpo, il senso profondo e l’architettura del libro si rivelano in tutta la loro bellezza.

«Tallent ha così tanto coraggio nel descrivere quello che il corpo può sopportare, è così scrupoloso nel fissare le immagini del mondo naturale. Che scrittore!» The New York Times

È così che Julia sarà prima prigioniera della psiche e poi fuggitiva nella natura e nel corpo, in una storia incalzante, vorticosa, selvaggia e intima. È in questo arco teso allo spasimo che il linguaggio di Mio assoluto amore si attorciglia ai piedi del lettore come una radice infestante e lo avvolge dal basso verso l’alto, con la sua battagliera cupezza di situazioni e oltraggi e disagi e speranze, creando nel lettore una vera e propria dipendenza.

E mai, dico mai, l’autore concede nulla ai suoi protagonisti, questo è lo stile di Tallent, uno stile crudele (esattamente come lo era Proust con i suoi personaggi): non dare mai tregua e costringere il buio a venire a galla, come il petrolio da un pozzo.