3 ragioni per leggere Parole in disordine, di Alena Graedon

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Redazione BookToBook
02 Lug 2015

Se ti dicessimo che Parole in disordine di Alena Graedon è al tempo stesso un romanzo di fantascienza, speculative fiction e letterario siamo abbastanza sicuri che non ci crederesti. Figurati se aggiungessimo che ha uno stile brillante, raffinatissimo nella scelta di ogni parola.

In un futuro imprecisato la “morte della carta” è diventata realtà. Librerie, biblioteche, giornali e riviste appartengono al passato e i dispositivi mobili che tengono in contatto costante le persone tra loro sono diventati così intuitivi da prevenire i bisogni dei loro proprietari. Una sera Doug, che sta lavorando all’ultima edizione cartacea del Dizionario Nordamericano della Lingua Inglese, scompare lasciando un solo indizio: un biglietto con su scritto ALICE. Che cosa indichi questa parola in codice è da scoprire. Ti servono altre ragioni per leggere il romanzo di Alena Graedon? Te ne diamo tre, ma in forma di domande.

1. Che cosa succederebbe se la carta stampata diventasse solo una nostalgia, un ricordo? Un vero e proprio bibliothriller, per così dire, che immagina un mondo distopico, in cui la carta non esiste più e la tecnologia riesce a proporre dei servizi prima ancora che gli esseri umani possano esprimere dei bisogni. E tutto questo a cosa potrebbe portare, se osservassimo lo scenario con delle lenti scure, da vero e proprio noir?

2. Che ruolo giocano le parole nella nostra capacità di essere umani? Alena Graedon ci mette davanti a questa domanda passando per un linguaggio raffinato, in certi casi potremmo persino definirlo erudito. Una trama sofisticata per chiederci cosa succederebbe all’umanità, se fosse vittima di un’afasia pressoché totale.

3. È possibile mescolare in modo convincente il noir, la fantascenza, il romance e la filosofia? Evidentemente sì. E per essere un romanzo d’esordio il risultato è davvero spettacolare.

 

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