La scienza è solo fantascienza divenuta realtà

Scritto da:
Redazione BookToBook
03 Mag 2021

Dal 1977 Star Wars rappresenta il perfetto esempio di quanto scienza e fantascienza siano legate in maniera molto più stretta di quanto pensiamo solitamente.

Siamo soliti ritenere che l’una derivi dall’altra: la fantascienza prende la scienza e, appunto, ci aggiunge la fantasia.

Vero, ma non sempre il processo è così semplice e diretto.

Ecco spiegata la scienza di Star Wars

Perché alle volte è la fantascienza a fornire alla scienza un linguaggio per arrivare in maniera più efficace al pubblico ed essere più comprensibili. È il caso del nome del pianeta Tatooine, che con tutto l’immaginario che si porta dietro è ben più pratico ed immediato dell’espressione “sistema circumbinario”.

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Ma, a tal proposito, alle volte la fantasia libera di correre ci sorprende, prevedendo cose che consideriamo impossibili che però poi scopriamo davvero nell’Universo che ci circonda. È proprio il caso dei pianeti circumbinari, previsti nel 1977 – quando la comunità scientifica non li riteneva affatto plausibili – e scoperti solo decenni dopo, o dei cluster di buchi neri previsti a cavallo del terzo millennio e scoperti solo nel febbraio 2021.

C’è poi la questione tecnologica, in cui il rapporto fra scienza e fantascienza è in realtà fatto da cicli, da mescolamenti. Se alle volte va aggiunta la fantasia alla scienza, alle volte viene aggiunta realtà alla fantasia, in un gioco di continui recuperi e sorpassi. È successo nel caso dei propulsori dei caccia TIE, o in quello del raggio traente, o ancora in quello delle armi laser. O, ancora, in quello degli ologrammi, che Star Wars ha preso dalla realtà, reso tridimensionali e diffuso nella mente di tutti i fan quando nel 1977 la Principessa Leia ha chiesto aiuto a Obi-Wan Kenobi, la sua unica speranza. Quell’immagine ha creato uno standard qualitativo nel pubblico, spingendo la scienza e la tecnologia a raggiungerlo. E quando nel 2014 il pubblico dei Billboard Music Awards ha osservato l’ologramma di Michael Jackson – morto 5 anni prima – cantare e ballare l’inedito “Slave To The Rhythm” è rimasto sconvolto da come quel cerchio si fosse chiuso.

Lo stesso shock si avrà probabilmente quando la gente vedrà un braccio bionico perfettamente funzionale, come quello ricevuto da Luke Skywalker nel 1980 ne L’Impero colpisce ancora e sfoggiato anche 3 anni dopo in “Episodio VI”. Non è un caso che una delle più avanzate protesi al momento in fase di sviluppo si chiami LUKE Arm.

Il medico canadese William Osler, spesso considerato il fondatore della medicina moderna, una volta scrisse:

“Le filosofie di un’epoca sono diventate le assurdità dell’altra, e la follia di ieri è diventata la saggezza di domani”

La saga di Star Wars, come molta fantascienza, ha mostrato visioni futuribili

E le creazioni degli sceneggiatori, influenzate da scoperte e idee scientifiche (come anche dalla fantascienza che li ha preceduti), hanno ispirato la scienza e la fantascienza successive. Un ciclo di ispirazione, creazione e ripetizione.

Capire come funzioni questo ciclo è fondamentale anche per prevedere quale strada potrà seguire la scienza.

La fantascienza indica alla scienza mille possibili strade, ma non sono solo le leggi della natura a comandare: c’è anche il pubblico a scegliere la direzione da seguire.

Per un semplice motivo: gli scienziati sono parte della società e anche di quel pubblico. Loro stessi sono cresciuti in quella narrazione di fantasia. Se quindi il tarlo di un’idea si fa strada nella società, lo farà anche nella mente di chi magari, un giorno, troverà una fantasiosa ma scientifica soluzione al problema.

E una volta che la nuova scienza, le sue idee e i suoi concetti saranno diventati percepibili dalla società, inizieranno ad influenzare la successiva ondata di immaginazione collettiva, ricominciando daccapo il ciclo.

Il punto fondamentale della questione, però, è un altro: mentre nella società odierna la scienza tende – per fortuna, potremmo dire – a provenire da una realtà specifica, ovvero quella regolata dal suo metodo, la nuova fantascienza può arrivare da qualsiasi luogo e da chiunque. È un’immaginazione collettiva, di cui tutti facciamo parte, fondamentale sia per narrare nuove storie che per offrire nuovi obiettivi alla scienza.

Segui sempre la tua fantasia e la tua curiosità, dunque: non puoi mai sapere dove ti condurrà.

E dove condurrà tutti noi.

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