Pussypedia: il libro manifesto per chi si affaccia alla sessualità

Scritto da:
Redazione BookToBook
25 Feb 2022

Il nostro corpo è la cosa più importante che possediamo. Pare una banalità ma mica tanto, se pensiamo a tutte le volte che lo abbiamo trascurato o addirittura odiato, a quanta fatica facciamo per riuscire a dire «io e il mio corpo andiamo bene così», al percorso lungo e travagliato per difendere il nostro diritto alla felicità e alla sessualità attraverso una consapevolezza e un uso del nostro corpo non costretti e influenzati da tabù, pregiudizi, vergogna, discriminazioni, condizionamenti sociali.

Pussypedia: dalla piattaforma digitale al libro

Nel luglio del 2019 la scrittrice Zoe Mendelson e l’illustratrice María Conejo hanno lanciato una piattaforma digitale di divulgazione scientifica bilingue, Pussypedia.net, per raccogliere e proporre informazioni vere, corrette, autorevoli e verificate, non sempre facilmente accessibili in rete.  Nel primo anno di vita, il sito ha raggiunto 2,3 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo, vincendo il premio People’s Voice Webby e una medaglia d’oro alla Mexican National Design Biennale. Ora le autrici hanno adattato il lavoro fatto per il sito, durato due anni e mezzo, nel volume omonimo Pussypedia, appena pubblicato in Italia da Fabbri Editori.

Pussypedia

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Pussypedia si rivolge alle persone “dotate di figa” che si affacciano alla sessualità, alla scoperta di sé, nell’età dell’adolescenza per esempio, ma anche a chi vuole ancora apprendere e approfondire la conoscenza del proprio corpo e dei corpi altrui. Anche perché parlare degli organi genitali è ancora un tabù e a scuola l’educazione sessuale è spesso carente.

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Per realizzare il sito, Mendelson e Conejo avevano organizzato una raccolta fondi su Kickstarter, ottenendo il budget economico necessario in soli tre e giorni e mezzo: «A quanto pare, oltre a noi», raccontano nel libro, «molte altre persone volevano saperne di più sulla figa». Il loro fine dichiarato era democratizzare quelle informazioni che avevano trovato «ben nascoste tra articoli e studi accademici. Volevamo creare una vera a propria enciclopedia della figa che fosse gratuita, bilingue, facilmente accessibile ma con un’altissima qualità delle informazioni». L’inclusività di genere doveva essere un punto di partenza, e per questa ragione le due autrici hanno creato un focus group composto da persone transgender, non binarie e intersessuali, che ha stilato una serie di linee guida inclusive da rispettare sia nella creazione del sito sia, successivamente, nella stesura del libro. Oltre duecento volontari, provenienti da quattro continenti, hanno contribuito al sito dedicando del tempo a fare ricerca, scrittura, editing, traduzioni, illustrazioni, verifiche, sviluppo web e raccolta di fonti.

Vengo prima io

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Nota esilarante ma molto significativa: «Uno dei segreti del nostro successo è che una buona parte del traffico che arriva al nostro sito è costituito da persone che stavano googlando pussy, “figa”, probabilmente alla ricerca di materiale porno. La cosa divertente è che solo il 70% dei visitatori esce immediatamente dal sito: il che significa che il 30% di questa gente arrapata, anziché continuare a cercarsi il porno, sceglie di rimanere sulle nostre pagine a leggere e informarsi».

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Per le autrici «era importante essere estremamente meticolose, basando tutte le notizie su ricerche sempre sottoposte a una revisione paritaria, aggiornate e finanziate in modo indipendente; volevamo utilizzare un linguaggio che fosse comprensibile a tutti e ci tenevamo che il risultato fosse un piacere sia da leggere sia da guardare».

María Conejo è un’artista visiva nata nel 1988 a Morelos, in Messico. È stata insignita due volte della borsa di studio FONCA del Segretario Nazionale della Cultura per i giovani artisti, e finalista alla Prima Biennale dell’Illustrazione in Messico, organizzata da Pictoline e dal “New York Times” nel 2018. I suoi lavori sono stati pubblicati su vari periodici, tra i quali “Washington Post”, “Vice” e “Vogue”.

Laureata al Barnard College della Columbia University di New York, Zoe Mendelson è nata nel 1990 a Chicago. Scrittrice, ricercatrice e content strategist, ha scritto, tra gli altri, per il “Washington Post”, “Los Angeles Times” e “WIRED”. Quando Zoe si è trasferita a Città del Messico, María era l’unica persona che conosceva. Un giorno le scrive un messaggio: «María, sono stata sveglia tutta la notte a leggere informazioni sulla vagina. Dobbiamo fare un progetto sulla vagina».

Riappropriarsi della parola “figa”

 

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Le parole sono importanti perché veicolano informazioni, ancor più se riguardano la nostra salute e il nostro benessere, qualsiasi sia il genere e l’orientamento sessuale che il nostro corpo esprime. La scelta della parola “pussy” – “figa” nella traduzione italiana di Angela Lombardo e Stefania Ionta, che inoltre adotta l’uso dello schwa (ə) al fine di evitare sia un genere specifico sia un neutro “maschile” – non è dunque una facile provocazione, ma nasce da un approccio inclusivo e scientifico alla base del progetto di Pussypedia:

«Il nostro intento è proporre un nuovo uso della parola figa inclusivo del genere e degli organi, compresi la vagina, la vulva, il clitoride, l’utero, l’uretra, la vescica, il retto, l’ano e, chissà, forse anche i testicoli», spiegano le autrici in apertura di volume. «La parola vagina deriva da un termine latino che significava “fodero per la spada”, ma noi non siamo per niente d’accordo con l’idea che la vagina esista principalmente come oggetto di servizio per il pene; inoltre, è un concetto che si riferisce propriamente solo al cosiddetto canale vaginale. Se definiamo con il nome di vagina tutto l’apparato genitale femminile stiamo ignorando un mucchio di altre parti importanti, per esempio tutto ciò che si può vedere all’esterno e il clitoride», spiegano Mendelson e Conejo. «Se la chiamiamo vulva, stiamo invece trascurando la vagina e tutto il resto che sta all’interno. Inoltre, non esiste in generale una parola che sia in grado di includere tutte queste parti anatomiche più i testicoli, che sono presenti in alcune persone intersessuali con la figa! È come se avessimo le parole per definire il piede, lo stinco, il polpaccio, il ginocchio e la coscia, ma non esistesse una definizione di gamba… Noi abbiamo scelto di usare figa perché non aveva una definizione specifica precedente, perché quando lo dici viene da sorridere e perché tradizionalmente è una parola volgare, cosa che la rende ancora più divertente».

Questa la premessa.

«Durante il suo percorso di crescita, María ha avuto esperienze di sessualità e di vergogna non molto diverse dalle mie. Tranne il fatto che il mio piccolo inferno si era svolto in una bolla urbana liberale a Chicago (mia madre è queer fin dagli anni Ottanta)», racconta Zoe, «mentre María è cresciuta in una piccola città conservatrice non lontana da Città del Messico, dove fino al college aveva sempre frequentato la scuola cattolica, non aveva mai visto un corpo “femminile” nudo e dove il concetto stesso di parlare di sesso non si poteva nemmeno prendere in considerazione. Se io avevo ricevuto forte e chiaro il messaggio: “Il tuo corpo è brutto e cattivo”, era evidente che a María questo stesso messaggio era arrivato attraverso un megafono. Una volta, al liceo, María stava fotocopiando delle immagini da una rivista perché voleva copiarle. Non si era accorta che l’articolo illustrato da quei disegni riguardava il cunnilingus. Quando le suore l’hanno scoperta, è stata spedita dallo psicologo della scuola, che le ha prontamente diagnosticato un disturbo sessuale».

Ecco il motivo per cui María ha deciso di dedicare la vita «a destigmatizzare il corpo “femminile” attraverso i suoi disegni», dice Zoe. «La gestualità è sempre protagonista delle sue illustrazioni e dei suoi quadri, e grazie ai poteri magici che possiede (cioè: decenni di duro lavoro) riesce a mostrare in ciascuno di essi un elemento dell’esperienza umana in tutta la sua complessità».

Le illustrazioni di María Conejo per Pussypedia

I disegni a tutta pagina di María Conejo aprono i 32 capitoli in cui sono organizzate le 540 pagine del volume, suddiviso in sette parti: la prima è dedicata all’illustrazione delle parti anatomiche della figa (l’ano e il retto; il punto G; le tube uterine, le ovaie e l’utero; la vulva e la vagina), a cui segue la parte sugli ormoni e sul ciclo mestruale. Ci sono poi gli approfondimenti sul sesso, sulla masturbazione, sull’aborto e sulla contraccezione. Una sezione si sofferma sulle infezioni e sul sesso sicuro, seguita dalle pagine sulla riproduzione, sul parto (con l’intervista a un’ostetrica), sulla procreazione assistita, sull’aborto spontaneo. Chiudono il volume alcuni capitoli che spiegano il significato di “corpo intersessuale” e i rischi della chirurgia intersessuale così come della cosiddetta “chirurgia cosmetica dei genitali femminili”, e un elenco di “cose che ti sconsiglio di acquistare o di usare per/sulla/nella/nei dintorni della tua figa”, dalle lavande ai bagni di vapore, dalle “uova yoni” (famose quelle pubblicizzate da Gwyneth Paltrow) ai detergenti intimi, dai deodoranti vaginali agli spermicida.

 

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Come tengono a precisare le due autrici, Pussypedia «non sostituisce il consulto, la diagnosi o la prescrizione di un medico professionista, ma nasce solo con un intento informativo generico. Non puoi usare Pussypedia anziché andare da unə dottorə. Non rimandare o disdire la tua visita per via di qualcosa che hai letto in questo libro. Se sei in dubbio, scegli sempre di rivolgerti a unə specialista. Ah, e attieniti a quanto ti prescrive, non fare diversamente per via di qualcosa che hai letto qui».

Heather Corinna, fondatrice di Scarleteen, il primo sito internet di educazione sessuale queer e inclusivo, ha firmato la prefazione di Pussypedia:

«Viviamo in un mondo in cui non si arriva in modo spontaneo alla conoscenza e al benessere nei confronti del nostro corpo, e specialmente della nostra figa, passera, patatina, vulva, apparato genitale, qualunque sia il tuo modo preferito per chiamarla. Quindi penso non sia sbagliato affermare che a tuttə noi ogni tanto può servire un po’ di sostegno e solidarietà in più per imparare sempre meglio a non vergognarci di essere goffə, sfrontatə, svegliə e ben ancoratə alla realtà, a trattare i nostri corpi puzzolenti e deliziosi con devozione, specialmente le parti anatomiche a cui il mondo normalmente non ne riserva; per imparare a essere più umanə nei confronti di… be’, anche solo a essere più umanə.»

Per approfondire