I cinque libri più censurati di sempre

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Redazione BookToBook
12 Nov 2015

Alcuni sono noti, li conosciamo forse più a causa delle difficoltà incontrate che per il contenuto, altri invece sono davvero inaspettati. In questa selezione di libri censurati ti raccontiamo perché queste opere non hanno passato l’esame.

Il dottor Živago, di Boris Pasternak

È valso il Premio Nobel per la Letteratura al suo autore, che decise tuttavia di non ritirarlo a causa delle ostilità dimostrate nei suoi confronti dal suo Paese natale, l’Unione Sovietica, a causa delle verità che il libro raccontava. Pubblicato in Italia per la prima volta nel 1957, grazie all’editore Feltrinelli, racconta la vita di un medico travolto dalla rivoluzione russa e le sue conseguenze.

Harry Potter, di J.K. Rowling

In questo caso, si tratta della censura su un’intera serie di libri. Le vicende magiche di Harry, Hermione e Ron non piacciono soprattutto ad alcune forme di fede religiosa. In particolare, si sono scagliati contro Harry la Chiesa cristiana avventista del settimo giorno australiana, la Chiesa comunitaria di Cristo del Nuovo Messico, nonché alcune scuole private degli Emirati Arabi Uniti. Quali sono le accuse? Per esempio quella di allontanare magicamente i fedeli dalla religione.

I versi satanici, di Salman Rushdie

Fu l’ayatollah Khomeini a colpire Salman Rushdie con la fatwa, una scomunica che ha come effetto la condanna a morte per bestemmia. Purtroppo però, questa scomunica non colpì solo l’autore, ma anche chi ebbe a che fare con l’opera: Hitoshi Igarashi, il traduttore giapponese, fu ucciso; l’editore norvegese, William Nygaard, fu ferito a colpi d’arma da fuoco. Quello che Khomeini e altri non riuscirono a mandare giù fu la rivisitazione romanzata, in forma onirica, dell’episodio dell’ispirazione diabolica di Maometto.

Lolita, di Vladimir Nabokov

Il libro che contiene uno dei migliori incipit della storia della letteratura ne ha passate davvero tante. Persino la sua pubblicazione – nel 1955 – fu un trauma: uno degli editori a cui Nabokov presentò il libro infatti dichiarò «per gran parte è nauseante». Ma gli ostacoli, evidentemente, non finirono qui. I grandi editori dei quotidiani della Gran Bretagna, offesi da un racconto tanto osé, promossero una campagna per impedire la traduzione in inglese. Lo definirono mera pornografia e convinsero i colleghi francesi a censurare il romanzo che nella loro nazione era già stato pubblicato.

Le avventure di Huckleberry Finn, di Mark Twain

Oggi è considerato un libro per ragazzi. Eppure, qualcuno arrivò a pensare che il contenuto fosse da censurare. È il caso di un professore americano, Alan Gribben, dell’università dell’Alabama che mosso da una eccessiva propensione al politically correct volle epurare il testo dalla parola “nigger”, sostituendola con “schiavo”. Il libro, uscito nel 1884, ovviamente parlava come si parlava al tempo, senza l’attenzione moderna alle tematiche razziali.

[via Le Dieci]

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