Il mio migliore amico è fascista, graphic novel per ragazzi di Takoua Ben Mohamed

Scritto da:
Redazione BookToBook
26 Mag 2021

Takoua Ben Mohamed è nata in Tunisia nel 1991 e dal 1999 vive a Roma, dove si è trasferita con il resto della famiglia per raggiungere il padre, esiliato politico. 

È fumettista, illustratrice, produttrice cinematografica e graphic journalist, ideatrice a soli quattordici anni del progetto online “Fumetto Intercultura”, si occupa da sempre di temi politici e sociali. Autrice giovanissima, ha pubblicato:

Sotto il velo nel 2016;
La rivoluzione dei gelsomini nel 2018;
Un’altra via per la Cambogia nel 2020.

Collabora con diverse riviste e ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui il Premio Prato Città Aperta nel 2016 e, tre anni dopo, il Premio speciale come miglior graphic journalist all’Evens European Journalism Prize. Sempre nel 2019 ha prodotto il docufilm Hejab Style per Al Jazeera Documentary Channel, sui mille modi di portare il velo. 

Non sono né nera né bianca. Non sono né tunisina né italiana.
Non sono né africana né europea. Né araba né occidentale.
Non sono niente, perché sono tutto.
Ma, cosa più importante,
SONO CIÒ CHE IO STESSA HO DECISO DI ESSERE.

 

Il suo primo libro per ragazzi è una storia che parla di pregiudizi, stereotipi, razzismo, scuola, crescita e amicizia; raccontata con il sorriso e la forza dell’ironia. 

In “Il mio migliore amico è fascista”, Takoua si racconta durante il primo anno di superiori. Un anno complicato per tutti, figurarsi per una ragazza che di cognome fa Ben Mohamed, di origine tunisina, musulmana, che porta il velo e vive nella periferia di Roma, costretta a condividere l’aula con un compagno di classe bulletto, Marco che si professa fascista… senza saper nemmeno bene cosa significhi. 

Quando la prof ha la brillante idea di metterli in banco insieme, per Takoua andare a scuola diventa un tormento, come se non bastassero le occhiatacce dei vicini di casa, convinti che abbia una bomba nascosta da qualche parte nello zaino, o le battutine degli insegnanti, che pensano che i suoi genitori siano dei semi-analfabeti. 

Tra Takoua e Marco si scatena una vera e propria guerra, fatta di sguardi in cagnesco e di una trincea disegnata sul banco con il righello. Un muro che di giorno in giorno sembra sempre più insuperabile. Sembra.