L’anno della locusta | Il nuovo romanzo di Terry Hayes

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Redazione BookToBook
08 Apr 2024

«Una volta partii per andare a uccidere un uomo». Sono le prime, affilatissime parole della voce che ci parlerà per le prossime novecento inarrestabili pagine. Non fatevi intimidire. Nel momento in cui si ha per le mani un libro di tale portata, il tempo si ferma, e lo spazio immaginifico si comprime e decomprime al ritmo di una delle più avventurose esperienze di lettura degli ultimi anni. Nello specifico, trattasi di dieci anni. Dieci lunghissimi anni dall’esplosione del primo romanzo, Pilgrim, l’esordio con cui Terry Hayes spalancò sul mondo un inedito stile narrativo, forte fin dal debutto di una coraggiosa dimensione eclatante della narrazione fiction su carta. Oggi Terry Hayes torna attesissimo, è proprio il caso di dirlo, nelle librerie del mondo con L’anno della locusta, un thriller che, dai suoi primi giorni sugli scaffali dei paesi anglosassoni, dove è apparso il 6 febbraio scorso, ha preso subito la via del bestseller conclamato, scalando le classifiche di vendita in Europa e negli Stati Uniti.

D’altronde, a conoscere la storia dello scrittore, nato nel Sussex, cresciuto in Australia e trasferitosi poi a Los Angeles, c’è ben poco da stupirsi del suo rinnovato successo. Già noto come sceneggiatore di produzioni cinematografiche quali Ore 10: calma piatta, Mad Max, Cliffhanger, Flightplan e From Hell, che gli sono valse numerosi premi, è nel 2014, con la pubblicazione di Pilgrim, che Hayes firma il suo ingresso tra gli autori più letti e amati della narrativa internazionale. Nei ringraziamenti che chiudevano le altrettante novecento pagine di Pilgrim, Hayes scriveva: «Credo sia stato John Irving, vincitore del National Book Award come scrittore e di un Oscar come sceneggiatore, a dire che scrivere un film è come nuotare in una vasca da bagno, e scrivere un romanzo è come nuotare nell’oceano». “Best Book of 2014”, Pilgrim ha stazionato a lungo in cima alle classifiche, dal “New York Times” al “Wall Street Journal”, dall’“Huffington Post” all’“Entertainment Weekly”, passando naturalmente per Amazon.

«Ci sono luoghi che ricorderò per tutta la vita», era l’incipit di Pilgrim, nome in codice di uno degli agenti più abili dei servizi segreti americani. Richiamato in servizio dopo l’11 settembre, Pilgrim ha una missione impossibile da portare a termine: sventare il rischio che una tremenda arma biologica venga innescata negli Stati Uniti e da lì esploda in tutto il mondo. Di Pilgrim all’epoca il “Times” aveva scritto: «La trama si contorce come un pitone chiuso in un sacco». Oggi, all’uscita de L’anno della locusta (fedele al titolo originale, The Year of the Locust) pubblicato in Italia da Rizzoli, il “Times” scrive: «Un’avventura per tutti, travolgente e universale».

Lanno della locusta: unavventura travolgente e universale

Terry Hayes riporta difatti in scena le minacce incombenti del nostro tempo inquieto e imprevedibile e lo fa ridefinendo ancora una volta, nuovamente, i contorni di un genere seguitissimo e amatissimo da lettrici e lettori in tutto il mondo.

L’agente della CIA Ridley Kane, specializzato in operazioni di infiltrazioni nelle zone più pericolose del pianeta, viene inviato tra Pakistan, Iran e Afghanistan. Deve salvare un informatore dei servizi segreti, «un uomo che conosceva parecchi segreti sul gruppo terroristico più pericoloso al mondo», l’Esercito dei Puri, «l’ultima incarnazione del gruppo terroristico più feroce della storia moderna», cellula islamista tra le più temibili dopo ISIS e al-Qaida radicata nel fondamentalismo religioso e nell’odio verso l’Occidente che, secondo i servizi segreti, sta pianificando qualcosa di grosso, un attentato terroristico concepito come un grande colpo di teatro.

«Non potrei affermare che fosse un uomo coraggioso – voleva denaro e passaporti per dare alla moglie e alle figlie una vita migliore – ma di una cosa ero certo: se fosse stato smascherato, la sua aspettativa di vita sarebbe stata ancor più breve della mia». Quando Kane raggiungerà il punto d’incontro concordato, si troverà faccia a faccia con la spietatezza di un’altra missione impossibile: l’informatore è stato giustiziato per crocefissione, la pena riservata ai traditori. Da qui, con L’anno della locusta tra le mani, vi troverete, prendendo a prestito qualche riga dalle pagine iniziali, «a viaggiare oltre gli oceani del tempo, attraverso un paesaggio dominato dalla paura».

 

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In origine, pare che l’uscita di The Year of the Locust fosse stata annunciata per il 2015, a un anno dalla pubblicazione di I am Pilgrim, al quale lo scrittore aveva lavorato per cinque lunghi anni. Da non credere, dunque, che ne scrivesse un altro nel giro di un anno soltanto. Il libro non uscirà né nel 2015 né tantomeno negli anni a venire. All’inizio del 2020 Hayes è in viaggio in Europa e, quando scoppia l’epidemia da Covid-19, l’Australia chiude le frontiere. Hayes non può tornare e dal Portogallo, dove rimarrà per due anni, comincia a lavorare alla sua nuova storia, L’anno della locusta, «un viaggio molto più lungo del previsto», ha spiegato lo scrittore, che ora vive a Los Angeles. Tra i suoi lettori più affezionati ci sono molte celebrità, attori, politici, scrittori, giornalisti tra cui, tanto per fare due nomi ben noti pure in Italia, Hillary Clinton e Milo Ventimiglia, noto per aver recitato nella pluripremiata serie tv This is Us. Di «una prosa eccezionale e dialoghi perfetti»parla “Booklist”, l’autorevole magazine dell’American Library Association che, nel recensire il nuovo thriller di Terry Hayes, riassume così l’apprezzamento: «Il finale è tanto appagante quanto profondo e memorabile. L’anno della locusta conferma ciò che già suggeriva Pilgrim: Hayes è un artigiano, un narratore eccellente, una potente voce letteraria con cui fare i conti».

Di cosa parla Lanno della locusta?

Quel giorno, quando Kane partì per uccidere un uomo, il suo obiettivo era un uomo coraggioso. Non fatevi intimidire. Noi intanto non vi riveleremo di più di queste poche righe iniziali, non toglieremo voce e mistero, suspense e colpi di scena, azione e false piste; non anticiperemo emozioni, non sveleremo connessioni col nostro mondo reale. Qui il narratore eccellente è Terry Hayes e nessun altro:

«Il mio obiettivo, quel giorno, era un uomo coraggioso, su questo non c’erano dubbi. A quanto si sapeva era un tedesco di Norimberga – bellissima e antica città impregnata di storia oscura – e, quando lo sorpresi nella cucina della sua villa isolata, sapevamo entrambi che avevo fatto molta strada, in termini di distanza e di tempo, per arrivare a quel letale appuntamento.

All’epoca lavoravo per l’Agenzia e da parecchio il mio nome in codice era Kane. Solo cinque anni prima il tedesco era un contatto fidato dell’intelligence americana a Teheran. Quello che nessuno sapeva, ma che si scoprì abbastanza presto, era che in segreto lavorava per i russi, come contractor. Pare che ormai l’esternalizzazione colpisca ogni settore, spionaggio compreso.»