Nicola Lagioia vince il Premio Strega con La ferocia

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Redazione BookToBook
03 Lug 2015

È con il romanzo La ferocia che Nicola Lagioia vince il Premio Strega 2015. Lo scrittore barese che poco tempo fa, davanti al pubblico del Festival internazionale di Roma, si è interrogato sul ruolo della letteratura oggi, ha conquistato il primo posto con ben 145 voti, evidenziando uno stacco netto dagli altri scrittori in lizza per il premio. Nel dettaglio, la classifica:

posto La ferocia, di Nicola Lagioia, 145 voti

2° posto La sposa, di Mauro Covacich, 89 voti

posto Storia della bambina perduta, di Elena Ferrante, 59 voti

4° posto a pari merito Chi manda le onde, di Fabio Genovesi 37 voti

4° posto a pari merito Come donna innamorata, di Marco Santagata 37 voti

Il romanzo vincitore racconta di Clara Salvemini, prima figlia della più influente famiglia di costruttori locali, che viene trovata morta ai piedi di un autoasilo. Per tutti è un suicidio. Ma le cose sono davvero andate cosi? Cosa legava Clara agli affari di suo padre? Nicola Lagioia descrive le ville della ricca periferia barese, i declivi di ogni rapida ascesa sociale, una galleria di personaggi indimenticabili, le tensioni di una famiglia in bilico tra splendore e disastro: utilizzando le forme del noir, del gotico, del racconto familiare, scandite da un ritmo serrato e da una galleria di personaggi e di sguardi che spostano continuamente il cuore dell’azione, il vincitore del Premio Strega 2015 mette in scena il grande dramma degli anni che stiamo vivendo.

Secondo posto per Mauro Covacich: la sua raccolta di racconti, La sposa, denuncia una realtà cruda e perversa. Tra le storie lascia il segno quella della performer Pippa Bacca, stuprata e poi uccisa in Turchia.

Data per vincitrice da settimane ma classificata terza, è stata Elena Ferrante. La casa editrice della scrittrice invisibile, E/O, ha organizzato per l’occasione un tavolo di sole donne, forse per marcare l’appartenenza al genere femminile della candidata senza volto, che qualcuno aveva iniziato a insinuare fosse invece un uomo (o addirittura un collettivo di scrittori).

[foto di Rainews]