Jean-Paul Sartre: 3 curiosità per i 110 anni di un grande pensatore del Novecento

Scritto da:
Redazione BookToBook
21 Giu 2015

Il 21 giugno di centodieci anni fa iniziava ufficialmente l’estate del 1905. E quello stesso giorno, a Parigi, nasceva uno dei più importanti pensatori del Novecento: romanziere, drammaturgo, filosofo e critico letterario, Jean-Paul Sartre è stato uno dei più illustri rappresentanti dell’esistenzialismo e una figura di riferimento per il moderno panorama culturale.

È stato anche quello che ha rifiutato il Premio Nobel per la letteratura nel 1964, sostenendo che un giudizio sull’effettivo valore di un letterato può essere espresso solo a posteriori. Oggi, a venticinque anni dalla sua scomparsa, possiamo tranquillamente dirlo: Sartre ci ha lasciato in eredità scritti come L’età della ragione e Il muro, e l’influenza che ha avuto nella cultura contemporanea è davvero immensa. Ecco alcuni esempi:

1. Il legame fra Sartre e il mondo del cinema è forte è ben consolidato. L’autore è stato anche sceneggiatore per vari film, e il cinema ha tributato più volte il suo pensiero e le sue opere. Ad esempio in La vita di Adele (la pellicola tratta dalla graphic novel Il blu è un colore caldo) la coprotagonista Emma fa suo il motto sartriano «L’esistenza precede l’essenza».

2. Gil Grissom, il personaggio principale di CSI – Scena del crimine, ama fare riferimento a passaggi di opere letterarie. Le citazioni di Sartre si odono in vari episodi della serie. Riesci a ricordare quali?

3. Anche il mondo della musica ha tributato più volte il pensatore francese. Il suo nome, ad esempio, è menzionato da Francesco Guccini nel brano Bologna: «Bologna per me provinciale Parigi minore: mercati all’aperto, bistrots, della “rive gauche” l’odore, con Sartre che pontificava, Baudelaire fra l’assenzio cantava…»

Fra tanti omaggi, quindi, niente di meglio di una citazione tratta da La nausea per ricordare Jean-Paul Sartre nel giorno del suo compleanno:

«Io vedo l’avvenire. È là, posato sulla strada, appena un po’ più pallido del presente. Che bisogno ha di realizzarsi? Che cosa ci guadagna?»