Questo libro non s’ha da fare: Anita Loos, Gli uomini preferiscono le bionde

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Redazione BookToBook
14 Ago 2015

A volte lapidarie, altre impietose: sono le lettere di rifiuto ai manoscritti dei capolavori della letteratura mondiale (come Moby Dick, Lolita o La spia che venne dal freddo per citarne qualcuno), che non sempre sono stati accolti bene dagli editori. Leggerle con il senno di poi e immaginarsi le reazioni di chi li ha avuti tra le mani lasciandoseli sfuggire può essere un esercizio divertente!

«Ti rendi conto, ragazzina, che sei il primo scrittore americano a prendere in giro il sesso?»

È una di quelle frasi che oggi renderebbe qualunque scrittore fiero di sé. Eppure per una ragazzina negli anni Venti poteva essere la parola fine alla sua carriera da autrice. Non andò così per Anita Loos.

Iniziò a lavorare poco più che adolescente come scrittrice di sceneggiature, tra gli altri anche per uno dei “re di Hollywood”, Douglas Fairbanks. Nel 1925 decise che era venuto il momento di cimentarsi anche nella narrativa, scrisse perciò una serie di sketch, nei quali c’era tutta la sua sapienza cinematografica e li pubblicò sull’Harper’s Bazaar. Il successo fu impressionante: chi l’aveva accusata di prendere in giro il sesso, adesso capiva che il suo Gli uomini preferiscono le bionde valeva davvero qualcosa. I diversi racconti presero così la forma più compiuta di libro, mantenendo tuttavia una divisione: Gli uomini preferiscono le bionde è la prima parte dove la protagonista è Lorelei; Ma sposano le brune è la seconda e racconta la vicenda di Dorothy.

Qualcuno dice che sia l’inizio della chick lit. Altri, tra cui Aldous Huxley che dichiarò che Anita Loos era l’unica donna americana che avrebbe voluto incontrare, impazzirono per la scrittrice e il suo libro. Ma era solo l’inizio: il clamore attorno a quest’opera avrebbe raggiunto l’apice nel 1953, quando Howard Hawks ne avrebbe tratto un musical con due attrici indimenticabili come Marylin Monroe e Jane Russell.