John Nash: la storia del genio dei numeri

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Redazione BookToBook
26 Mag 2015

Ci sono vite che non hanno nulla di ordinario. Quella di John Nash, il genio dei numeri, era una di queste: ricca di successi come di episodi controversi, si è interrotta per un banale incidente d’auto avvenuto mentre si trovava in taxi insieme alla moglie.

La sua vita è stata così incredibile che Ron Howard ha sentito il bisogno di raccontarla nel film vincitore di quattro Oscar A Beautiful Mind, ispirato al libro biografico Il genio dei numeri, di Sylvia Nasar.

Nash era abituato a sorprendere: con la tesi di dottorato diede una spinta risolutiva alla teoria dei giochi che quarantacinque anni dopo, nel 1994, gli valse il Premio Nobel per l’economia. L’Equilibrio di Nash, noto anche come equilibrio non cooperativo, è una condizione della teoria dei giochi che si verifica quando, presi due concorrenti, nessuno può elaborare una cambio di strategia per migliorare la propria posizione.

È stato uno dei matematici più brillanti del Novecento. Ma al genio si contrapponevano i problemi: il grande pubblico lo ha conosciuto infatti anche per la forma di schizofrenia da cui era affetto, portata sullo schermo da Russell Crowe nella pellicola diretta da Ron Howard. John iniziò a manifestare la malattia durante gli anni del college, e lottò per circa trent’anni per sconfiggerla. Se il film è un racconto in due parti di deliri allucinatori e conseguenti prese di coscienza, il libro descrive in maniera approfondita le due facce della vita dello scienziato: le grandi soddisfazioni di una carriera prestigiosa e le intuizioni di una mente geniale, ma anche il rifiuto della donna che gli ha dato un figlio, l’arresto per omosessualità, la depressione e l’emarginazione. A tenere insieme il tutto l’affetto dei suoi cari, capaci di ridargli serenità e restituirlo ai suoi studi.

Una storia che merita di essere conosciuta e ricordata.

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