Giampaolo Simi e Piera Degli Esposti raccontano L’estate di Piera

Scritto da:
Redazione BookToBook
03 Giu 2020

Una notte d’estate. Un’attrice di successo, la sua terrazza su una Roma stremata dall’afa. Un’ombra in un cortile, un pozzo che inghiotte un cadavere.

E’ da qui che Giampaolo Simi e Piera Degli Esposti sono partiti quando hanno deciso di scrivere insieme L’estate di Piera, un romanzo a tinte fosche, in cui la personalità dei due autori emerge con tutta la sua forza.

L’estate di Piera

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Tra Hitchcock e Shakespeare, tenendo sempre un faro puntato sulle ombre che i personaggi proiettano sulla scena, un grande autore e la più importante attrice italiana inscenano una detective comedy che si legge come si vede uno spettacolo, senza riuscire a staccarsi dalle pagine fino all’epilogo.
Abbiamo chiesto a Giampaolo Simi e Piera Degli Esposti di farci scorgere le ombre dell’estate romana che sono al centro della scena. Ecco me ce le hanno raccontato.

L’estate di Piera raccontata dagli autori

Una notte d’estate. Un’attrice di successo, la sua terrazza su una Roma stremata dall’afa.
Un’ombra in un cortile, un pozzo che inghiotte un cadavere.

Siamo partiti così: con un’attrice che diventa spettatrice. Di una scena che non dovrebbe, e non vorrebbe, vedere.

Tutto ciò che la nostra Piera Drago vuole è portare sul palcoscenico una sua versione di Riccardo III. In cui lei sarà la prima donna a vestire i panni del Duca di Gloucester nella sua sanguinosa ascesa al trono d’Inghilterra.Un’impresa non sanguinosa ma altrettanto ambiziosa di quella che Riccardo stesso compie nel dramma shakespeariano.

Rifiutando le offerte dei grandi teatri nazionali, Piera ha scelto di allestire lo spettacolo con i giovani che da tempo occupano un teatro di Roma.
Forse quell’ombra in cortile era un gioco della sua fervida immaginazione. O forse era proprio l’ombra di Riccardo III, il personaggio che Piera sta inseguendo.

Ma da lì a qualche giorno, quel sacco nero scaraventato nel pozzo inizia ad avere un nome e anche il volto di una ragazza scomparsa nel nulla.
Piera Drago è la sola a sospettare l’oscuro portaborse di un senatore. Si chiama Alessandro Riccomanno, si è presentato da lei per una fantomatica “legge sul teatro” e torna spesso a trovarla.

Ci siamo detti che l’antagonista ideale di Piera non poteva che essere così: un oscuro portaborse. Oscuro nel senso di anonimo, ma anche di misterioso e imprevedibile come tutti quelli che non stanno al centro del palco, sotto i riflettori.

Costruendo la storia, ci siamo accorti che i nostri personaggi si trovavano di fronte a dilemmi continui: quand’è che la passione diventa ossessione? L’ambizione nasce sempre dall’invidia? La conquista del potere è una rivincita per un mancato successo?

Insomma, che fosse del sole, della luna o di un riflettore, la luce che accendevamo su ognuno di loro proiettava sempre, inevitabilmente, un’ombra.

Ed è fra le ombre dell’estate romana che Piera Drago ha il coraggio di inoltrarsi e di indagare.

Ma ci piaceva e volevamo che lo facesse da attrice, non certo da detective e non più da spettatrice. Perché una come lei il successo lo conosce bene, al punto da non averlo mai confuso con la popolarità o con i riconoscimenti. Come diceva Walter Pater, per Piera “il successo nella vita è bruciare sempre di continua passione, mantenendo questa estasi”.

Giampaolo Simi e Piera Degli Esposti

 

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