3 ragioni per leggere Due uomini buoni, di Arturo Pérez-Reverte

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Redazione BookToBook
03 Set 2015

Davvero intrigante Due uomini nuovi, di Arturo Pérez-Reverte! I due protagonisti sono un ammiraglio in pensione, Pedro Zárate, e don Hermógenes Molina, traduttore di Virgilio e Tacito, entrambi membri della prestigiosa Real Academia Española da cui sono stati incaricati di andare a Parigi per recuperare, clandestinamente, i ventotto volumi della prima edizione dell’Encyclopédie di Diderot e d’Alembert, all’indice sia in Francia sia nel loro paese. Nessuno dei due si sarebbe mai immaginato che un viaggio così potesse trasformarsi in un’avventura di proporzioni epiche, irta di sorprese e colpi di scena. Siamo riusciti a incuriosirti a sufficienza? Faremo di più: ecco altre tre buone ragioni per leggerlo subito!

1. È un romanzo d’avventura in piena regola. Uno spirito paragonabile agli indiscussi capolavori della tradizione letteraria spagnola, come l’amatissimo Don Chisciotte di Cervantes che ha incantato e affascinato milioni di lettori dal Seicento fino ai giorni nostri. Lungo strade fangose e infestate dai banditi, i “due uomini buoni” raggiungono finalmente, dopo rocambolesche imprese e altrettanti incontri, Parigi: la capitale dei caffè e dei salotti, della vita libertina e delle agitazioni politiche alla vigilia della Rivoluzione, ma anche quella delle banlieues più povere e miserabili.

2. È un grande inno alla libertà delle idee. Pedro Zárate e don Hermógenes Molina non sono solo due uomini buoni, ma anche studiosi colti e di ampie vedute che si muovono in una Spagna in cui, invece, alla fine del Settecento, molti sembrano ancora sordi al richiamo dei Lumi e delle agitazioni politiche che animano la vigilia della Rivoluzione Francese. Non è un caso che, insieme a loro, il terzo protagonista del romanzo sia proprio un libro. E non certo un libro qualunque, ma quello che incarna l’ansia di libertà di quel periodo storico e fa vacillare le sicurezze dei potenti e dei privilegiati di tutto il mondo. Un bel messaggio, questo elogio della cultura in tempi di crisi come i nostri: sei d’accordo?

3. È un mix equilibratissimo di finzione e realtà. Si tratta di pagine basate su avvenimenti reali ma mescolati alla più spericolata finzione, in cui il piglio narrativo del grande scrittore spagnolo si esprime alla grande e che rischia di tenerti con il fiato sospeso sino alla parola “fine”. Scommettiamo?

«Anche nei tempi oscuri ci sono uomini buoni che combattono per la luce e il progresso.»