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Trump. Saggio filosofico sul predominio degli stronzi

Donald Trump.

Sul neoeletto presidente degli Stati Uniti d’America si è detto già praticamente tutto ma forse non sai che Aaron James ha elaborato una teoria costruita proprio sulla figura di Trump.

Ma partiamo dall’inizio: chi è Aaron James?

Si tratta di un professore di filosofia dell’Università della California. Dopo un PhD ad Harvard, ha scritto diversi saggi e articoli scientifici ed è diventato celebre con il bestseller Stronzi. Un saggio filosofico, pubblicato in Italia da Rizzoli nel 2013. Su di lui lo scrittore Nick Hornby ha detto: «L’intelligenza di Aaron James vi lascerà senza parole.»


Una teoria sul Presidente Doanld Trump


Secondo me, non esiste un «vero» Trump. Propongo una debole teoria dell’uomo: è, allo stesso tempo, uno showman, un maestro in versione ridotta, un pagliaccio, un uomo totalmente ignaro di ogni dovere civico, un sessista, un razzista, uno xenofobo, un parziale ignorantone, un sostenitore dell’autoritarismo, un demagogo, una minaccia alla repubblica e uno stronzo. Essere uno stronzo, di per sé, forse non è nemmeno il suo difetto principale. Forse, in un mondo pervaso di stronzate, è difficile emergere senza essere in qualche misura uno stronzo. Il peggior difetto di Trump potrebbe essere il sessismo, il razzismo, il suo crudo egoismo o il suo potenziale distruttivo. Ma per quanto ne pesiamo i vizi, la sua molteplicità spiega il suo successo e la sua enormità di stronzo. Perché dunque Trump è allo stesso tempo amabile e destabilizzante? La mia risposta, in poche parole, è: ci tiene sulla corda passando in un lampo da un tipo di stronzo all’altro, maleducato in un momento, autocelebrativo il seguente, poi cacciaballe, il tutto mentre riesce a essere anche divertente. Nella politica odierna, uno showman può catturare l’attenzione dei media e le chiacchiere da caffè, e insieme conquistare il centro dell’agenda politica. E Trump è uno showman straordinario, perfino piacevole. La sua esibizione di tipi di stronzo – come il bullo del cortile della scuola o il piccolo pugile – è senza pari, ed è uno spettacolo in sé. È parte del suo fascino, per molti; ma la domanda allora diventa: perché noi – abbastanza di noi – non siamo apertamente disgustati? La mia risposta è che a noi – alla maggioranza di noi – un pagliaccio piace sul serio. Il pagliaccio Trump è in parte ignaro, e ciò è davvero divertente, e in un certo senso fin troppo umano; è come le comiche da torte in faccia, una forma pura della commedia.

Così siamo attratti da lui anche se ci disgusta, e i suoi sostenitori perdonano o non vedono le sue trasgressioni. Il nostro piacere nello spettacolo e la nostra confusione nell’inquadrare il suo tipo lasciano noi incerti sui nostri sentimenti e lui libero di fare quasi tutto quello che vuole. Eppure, se Trump è un astuto fautore del dispotismo, dal momento che ha parlato con allarmante tenerezza di Vladimir Putin, ci resta sempre una domanda a cui dobbiamo rispondere: perché così tanti americani sono disposti a scommettere su di lui?