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“Donna Vita Libertà”: l’opera collettiva curata da Marjane Satrapi

«I diritti delle donne sono i diritti della società. La democrazia dipende dai diritti delle donne. Senza la donna non c’è vita, e soprattutto non c’è libertà.»

Sono parole di Marjane Satrapi, la più nota e celebrata autrice di graphic novel al mondo, che parlano al mondo oggi, a un anno dalla morte di Mahsa Amini.

Nel 2004 Marjane Satrapi aveva deciso di dedicarsi al cinema e alla pittura e di dire addio alla carriera di fumettista, dopo il successo mondiale di Persepolis, capolavoro della letteratura a fumetti, un’autobiografia long seller da milioni di copie vendute, tradotta in più di cento lingue e da poco tornata in libreria nella nuova collana tascabile le code di Rizzoli Lizard.

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Il “New York Times l’ha inserita al secondo posto tra i migliori libri degli ultimi trent’anni.  Era il 2000 quando Persepolis uscì in Francia, divenendo subito il caso editoriale del decennio, il fumetto di una giovane autrice iraniana che invade le librerie e conquista in breve tempo il mercato mondiale, il racconto irriverente e appassionante dall’infanzia fino all’età adulta, sullo sfondo di un Paese in rivolta, della vita dell’autrice, nata a Teheran nel 1969. Al compimento dei quattordici anni, i genitori di Marjane la mandano a studiare in Austria, per proteggerla dalla guerra tra l’Iran e l’Iraq. Rientra in Iran per studiare all’accademia di Belle arti di Teheran e, a ventiquattro anni, decide di sfuggire al regime dittatoriale degli ayatollah e di trasferirsi in Francia, dove vive dal 1994.

Donna, vita, libertà: a un anno dalla morte di Mahsa Amini

A Parigi, sabato 16 settembre 2023, a un anno dalla morte di Mahsa Amini, Marjane Satrapi presenterà al pubblico francese Donna Vita Libertà, che in Italia arriva in libreria per Rizzoli Lizard con la traduzione di Lara Pollero, in Francia per la casa editrice L’Iconoclaste. Pubblicato contemporaneamente in diversi Paesi, sarà accessibile gratuitamente online in persiano per tutti gli iraniani.

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Donna Vita Libertà nasce sull’onda delle manifestazioni sorte in Iran all’indomani dell’uccisione di Mahsa e di tutti gli altri iraniani incarcerati, torturati, assassinati, vittime della repressione da parte del regime. Il libro è un’opera collettiva, «è un inno alla libertà che vuole analizzare i fatti nella loro complessità e nello stesso tempo ricordare agli iraniani che non sono soli, che la società civile in Occidente, nonostante il silenzio dei politici, è dalla loro parte», ha detto Marjane Satrapi nell’intervista di Stefania Parmeggiani per Robinson di Repubblica, che al volume ha dedicato un’intera copertina.

«Come nella guerra civile spagnola c’è stata una brigata internazionale che si è mossa in aiuto del governo repubblicano contro le forze di Franco, questo libro vuole essere una brigata internazionale, senza armi.»

Se le parole contano, se hanno un peso nel trasmettere cultura, nell’insegnare e nello spiegare, le immagini, i fumetti sono ancor più immediati, perché, come spiega la stessa Satrapi, «il primo linguaggio dell’essere umano è stato il disegno, molto prima della scrittura. Nel disegno esiste una sorta di astrazione, che permette a chiunque di identificarsi, perché un’espressione umana, che sia di felicità o di tristezza, è esattamente la stessa in ognuno di noi».

La morte di Mahsa ha portato una rivoluzione femminista, sostenuta dagli uomini

Mahsa Amini aveva ventidue anni, era nata a Saqqez, nella provincia del Kurdistan, in Iran, e il 13 settembre 2022 si trovava a Teheran con il fratello per far visita ad alcuni parenti. Nel tardo pomeriggio viene arrestata dalla polizia morale perché indossa «male» il velo. Viene portata in commissariato e viene picchiata, soprattutto alla testa. Morirà tre giorni dopo, il 16 settembre 2022.

«Il suo decesso solleva un’ondata di proteste nel Paese, che si trasforma in una rivoluzione femminista, sostenuta dagli uomini. Una cosa mai vista prima a livello mondiale!», scrive Marjane Satrapi nell’introduzione del libro. Donna Vita Libertà raccoglie i testi di tre esperti – Farid Vahid, politologo, esperto di storia dell’Iran alla fondazione Jean-Jaurès; Jean-Pierre Perrin, reporter di lunga data per “Libération”, attualmente collaboratore di “Mediapart”, e il professor Abbas Milani, storico, direttore del dipartimento di Iranian Studies a Stanford – e i disegni di una ventina di illustratori (tra cui Joann Sfar e Paco Roca) per la maggior parte provenienti da Europa e America, a dimostrare che la società civile in Occidente è dalla parte degli iraniani che scendono in piazza a rischio della propria vita. «E qual è il modo più efficace per un artista di sostenere una causa se non attraverso la propria arte?», si chiede Marjane.

Un’opera collettiva, un inno alla libertà

Così è nato questo libro, questa graphic novel unica nel suo genere, importante, potente, accattivante nel ricostruire attraverso la voce degli esperti e l’arte dei fumettisti la storia e le ragioni di un movimento che, per l’Iran e per tutte le donne, combatte contro una dittatura sanguinaria. Un libro che, attraverso il tratto graffiante e incisivo del fumetto declinato dall’arte stupefacente, divertente, sagace di illustratori molto diversi tra loro per formazione e per stile, spiega perché i diritti delle donne sono i diritti della società, perché la democrazia dipende dai diritti delle donne, perché senza la donna non c’è vita e soprattutto non c’è libertà, come ci hanno richiamato in apertura le parole di Marjane Satrapi.

«La censura è onnipresente in Iran», spiega il giornalista Jean-Pierre Perrin; «si censura su tutti i fronti ma non si censurano sempre le idee: si possono facilmente trovare dei libri su Karl Marx nelle librerie di Teheran, per esempio. Invece, per tutto ciò che riguarda comportamenti ritenuti amorali, antireligiosi, in quel caso il regime è assolutamente feroce».

Dopo l’uccisione di Mahsa, «Sophie, anima della casa editrice L’Iconoclaste e mia cara amica, ha voluto agire a tutti i costi, non le bastava l’indignazione», racconta Satrapi; «ha cercato di fare qualcosa di concreto per questa gioventù iraniana che tanto la commuoveva. L’idea del libro è sua. Ha deciso che il primo graphic novel della sua casa editrice doveva intitolarsi: Donna, Vita, Libertà», come lo slogan diffuso vent’anni fa tra i seguaci del partito di opposizione curdo PPK, poi reso popolare dai battaglioni di autodifesa delle donne che nel Rojava hanno combattuto contro lo Stato islamico e infine ripreso nel settembre 2022 dai manifestanti iraniani durante i funerali di Mahsa.

«Io, che nel 2004 avevo detto addio alla mia carriera di fumettista, ho fatto qualche disegno, la copertina e alcuni testi», dichiara Marjane Satrapi nelle prime pagine di Donna Vita Libertà.

Ciò che sta succedendo in Iran non può essere interpretato semplicemente come un’esplosione improvvisa, ci suggeriscono gli intellettuali e gli artisti che hanno partecipato al libro curato da Marjane Satrapi. È «una scossa più forte in una lunga storia di donne in lotta per i propri diritti e sicuramente non si fermerà qui». Perché la morte di Mahsa Amini ha scatenato una tale partecipazione? È l’interrogativo di fondo, che nelle parole e nei disegni di Donna Vita Libertà guida e ispira l’interesse e la partecipazione, la commozione e la solidarietà per un popolo, gli iraniani, che sta combattendo e morendo per una causa collettiva, per valori universali, per i diritti delle donne e degli uomini contro ogni forma di dispotismo.

«Dal primo giorno dopo l’assassinio di Mahsa Amini», spiega il politologo Farid Vahid, «i giovani iraniani si sono mobilitati in massa, nelle università di Teheran, all’università tecnologica di Sharif ma non solo. Ovunque nel Paese, in tutte le regioni, abbiamo visto i giovani mobilitarsi, ragazze e ragazzi anche delle scuole superiori. Quelle immagini hanno colpito milioni di iraniani in tutto il mondo», una generazione di giovani che ha lanciato il movimento di protesta in Iran e che è disposta a morire in nome della libertà e della democrazia.

«Qui la questione va ben oltre il velo, si tratta di diritti fondamentali per tutti!!!», leggiamo tra i disegni delle prime pagine dedicate al racconto delle manifestazioni scoppiate dopo la morte di Mahsa. «L’uomo che vuole controllare il tuo corpo, la tua vita, vuole anche controllare cosa pensi e cosa non pensi. È per questo che la questione non si limita al velo… è una lotta per la libertà d’espressione e per i diritti umani!!!».

In Iran, ciò che sta succedendo da un anno a questa parte, «ciò che è radicalmente cambiato», ci dice infine Marjane Satrapi, «non è soltanto che questa rivoluzione sia una rivoluzione femminista, la prima nella storia, ma che sia sostenuta dagli uomini».