Questo libro non s’ha da fare: L’amante di Lady Chatterley, di David Herbert Lawrence

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Redazione BookToBook
18 Lug 2015

A volte lapidarie, altre impietose: sono le lettere di rifiuto ai manoscritti dei capolavori della letteratura mondiale (come Moby Dick o Lolita per citarne un paio), che non sempre sono stati accolti bene dagli editori. Leggerle con il senno di poi e immaginarsi le reazioni di chi li ha avuti tra le mani lasciandoseli sfuggire può essere un esercizio divertente!

«Per il tuo bene, non pubblicare questo libro.»

Non v’è nemico peggiore del cattivo consiglio, diceva Sofocle. Se poi è un editore avventato a darlo a David Herbert Lawrence siamo in un bel guaio. Per fortuna, L’amante di Lady Chatterley fu pubblicato nonostante l’avvertimento. Uscì per la prima volta (in inglese) a Firenze, nel 1928: racconta la relazione tra una donna della borghesia, sposata con un baronetto paraplegico, e il suo amante appartenente alla classe operaia, entrando sin nei particolari sessuali piuttosto scandalosi per l’epoca.

Inutile dire che appena uscito il libro fu considerato osceno e bandito a causa del contenuto altamente sovversivo, poiché continui erano i riferimenti, oltre che alla sfera sessuale, alla ribellione verso le convenzioni imposte dalla società. E il linguaggio usato non era certo quello edulcorato che troviamo nella prima traduzione italiana del 1945, di Manlio Lo Vecchio Musti, che ha rimasticato per il pubblico italiano l’opera di Lawrence traducendo, per esempio, to fuck con baciare e dando vita a frasi bizzarre come baciar è quello che si fa, gli animali si baciano (trad. di fuck’s only what you do, animals fuck).

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