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La dieta ikigai

Più che dieta ikigai sarebbe forse corretto parlare della “miracolosa dieta di Okinawa”.

Su quest’isola del Sud del Giappone il tasso di mortalità per problemi cardiovascolari è tra i più bassi del Paese, e senza dubbio c’entra molto l’alimentazione.

Non a caso la “dieta di Okinawa” è spesso al centro delle conferenze sulla nutrizione in tutto il mondo. I dati più affidabili, e più citati in libri e articoli, vengono dagli studi di Makoto Suzuki, un cardiologo dell’Università delle Ryukyu, che dagli anni Settanta ha pubblicato oltre settecento articoli scientifici su dieta e invecchiamento a Okinawa.


I precetti della dieta ikigai


I nativi dell’isola consumano una grande varietà di cibi, soprattutto di origine vegetale. Sembra proprio che la varietà sia di fondamentale importanza. Dagli studi è emerso che i centenari di Okinawa assumono regolarmente duecentosei alimenti diversi, spezie comprese. Ogni giorno mangiano in media diciotto cibi diversi, una bella differenza rispetto alla povertà della cultura occidentale del fast food.

Oltre a questi princìpi alimentari, bisogna ricordare che a Okinawa la popolazione mangia pesce in media tre volte alla settimana. Diversamente che in altre parti del Giappone, la carne più consumata è quella di maiale, ma compare in tavola soltanto una o due volte alla settimana.

Infine, gli studi di Makoto Suzuki sottolineano i seguenti aspetti:

Non resta altro da fare che scoprire gli altri segreti del metodo ikigai, la filosofia giapponese per una vita lunga e felice.