“La ragazza più fortunata del mondo” diventa un film con Mila Kunis

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Redazione BookToBook
04 Nov 2022

La ragazza più fortunata del mondo (titolo originale Luckiest Girl Alive), film tratto dal bestseller omonimo di Jessica Knoll diretto da Mike Barker, disponibile dal 7 ottobre sulla piattaforma Netflix, è diventato in poche settimane uno dei film più visti in assoluto. All’inizio potrebbe sembrare un film leggero, ambientato in uno sfavillante andirivieni fra il mondo lavorativo (nello specifico una rivista femminile) e quello privato della protagonista, interpretata magistralmente da Mila Kunis, ma la verità è che questa storia è un fine thriller psicologico in cui tassello dopo tassello la verità viene a galla e con lei anche le spiegazioni di determinati comportamenti della protagonista.

La ragazza più fortunata del mondo

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Di cosa parla La ragazza più fortunata del mondo

Ani FaNelli è una giovane trentenne con un futuro luminoso davanti: è ricca, bella, intelligente e affascinante. Vive a New York ed è parecchio soddisfatta della sua vita privata e della sua carriera. Ani, infatti, scrive una rubrica sul sesso su uno dei femminili più importanti (e, allo stesso tempo, sta aspettando una risposta dal New York Times per una posizione), e sta per convolare a nozze con Luke Harrison, bello e ricco.

Questa delicata e artefatta vita perfetta viene sconvolta dall’incontro con Aaron Wickersham, un regista di documentari, che ritorna a chiedere la disponibilità di Ani per un documentario su cui sta lavorando, incentrato su una sparatoria avvenuta nella scuola superiore frequentata da Ani, – una scuola superiore privata, frequentata perlopiù da ragazzi ricchi, dove Ani è entrata grazie a una borsa di studio – che all’epoca dei fatti aveva diciotto anni e che riuscì a sopravvivere. Ani con il passato ha chiuso e vuole segregare nel dimenticatoio scene e ricordi troppo dolorosi. Inoltre, il fatto che lei sia sopravvissuta viene visto da alcuni familiari delle vittime come un chiaro segno di colpevolezza e di coinvolgimento nella sparatoria, messa in atto da due suoi compagni di classe (Ben e Arthur) con cui lei era amica.

Ani, che ai tempi della scuola veniva chiamata Finny perché il suo nome all’anagrafe è Tiffani, all’inizio preferisce concentrarsi su se stessa e sulla sua vita (che sarà anche luccicante ma monotona), ma non per frivolezza o menefreghismo, ma perché in verità ha paura di ricordare e di raccontare ciò che davvero è successo anni prima. Un altro motivo che la spinge a non essere intervistata da Aaron Wickersham è che un suo ex compagno, Dean Barton, divenuto uno scrittore di successo e sostenitore del controllo delle armi nel Paese, anche lui sopravvissuto alla sparatoria ma costretto su una sedia a rotelle, ha deciso di partecipare al documentario e la cosa la turba…

In passato Ani FaNelli era chiamata “Finny”

Per scoprire il motivo di questo turbamento e di quest’astio nei confronti di Dean Barton occorrerà tornare indietro nel tempo, quando appunto Ani si faceva chiamare Finny e frequentava la scuola superiore.

Dopo la prima parte introduttiva la linea temporale del presente è inframezzata da diversi flashback dedicati al passato di Ani (che nell’adolescenza è interpretata da Chiara Aurelia).

Finny vive da sola con la madre e la sua non è una famiglia benestante, per questo è riuscita a entrare nella prestigiosa Brentley School grazie a una borsa di studio che è motivo, da parte di diversi suoi compagni, di presa in giro e battutine. Nonostante tutto, però, Finny è un’ottima studentessa, soprattutto in letteratura. A scuola fa subito amicizia con Arthur, un ragazzo che mal sopporta la superiorità dei compagni di classe, e con Ben, vittima di bullismo in passato da parte di Dean, Liam e Peyton, tre adolescenti popolari alla Brentley.

Saranno proprio questi tre ragazzi, dopo una festa dove scorrono fiumi di alcool, a violentare Finny che, ubriaca, si risveglia in un bagno durante la violenza. Scossa e inerme, Finny riesce a scappare e a incontrare il professore di letteratura, il signor Larson, che cerca di darle una mano e la esorta a denunciare lo stupro, ma Finny – per timore nei confronti della madre – si rifiuta. Anche Arthur, arrabbiato e sconvolto, vuole giustizia non solo per Finny, ma anche per Ben e per tutti coloro che potrebbero finire nel mirino di Liam e i suoi amici.

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È per questo che Arthur, convincendo Ben ad aiutarlo, decide di attuare un gesto estremo.

La violenza assume diverse forme in La ragazza più fortunata del mondo

Durante la pausa pranzo, Arthur e Ben, armati di fucili, danno il via a una sparatoria tra i corridoi della scuola uccidendo Liam e Peyton e colpendo Dean alle gambe. Quest’ultimo, per paura che Finny racconti lo stupro, dice in giro che la ragazza ha fatto sesso diverse volte con lui e i suoi amici e che ha dato una mano ad Arthur e Ben a organizzare l’attentato. Quello che nessuno comprende, e che perseguiterà Ani fino all’età adulta, è il fatto che anche lei è una vittima.

La ragazza più fortunata del mondo racconta, in maniera cruda, la perpetrazione di diversi tipi di violenza, sia a livello fisico che psicologico. La scena dello stupro è molto forte e ha ricevuto anche alcune critiche da parte di spettatori che domandano, con tono un po’ provocatorio, “Abbiamo bisogno di scene di stupro per diffondere consapevolezza?”.

La risposta è sì.

Ed è quello che Ani, adulta, capirà con il tempo.

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Dopo diverse riflessioni, infatti, Ani decide di partecipare al documentario di Aaron, e a un certo punto deciderà di raccontare tutta la verità. Se inizialmente il suo punto di vista è quello di una persona che dice “Pensavo non ne valesse la pena [di denunciare, n.d.r.]”, in un secondo momento – affrontando i demoni del passato – Ani si mostrerà per quella che è, abbattendo il suo cinismo e mostrando il dolore che per anni ha provato a sotterrare.

“Non so se sono divertente. Non so chi sono veramente e chi ho inventato per piacere alle persone.” dice Ani al suo futuro marito fino a quando non prenderà coraggio, affronterà finalmente Dean e deciderà di scrivere la sua versione della storia.

Quella de La ragazza più fortunata del mondo è una storia autobiografica

La ragazza più fortunata del mondo, appena fu pubblicato, diventò subito un bestseller e rese famosa Jessica Knoll, classe 1983. I diritti cinematografici del romanzo furono acquisiti dalla compagnia di produzione cinematografica di Reese Witherspoon e Knoll firmò un contratto per altri due libri (tra cui La sorella preferita, un thriller incalzante in cui tutti ingannano tutti). Quello che all’inizio non si sapeva e che fu reso noto soltanto successivamente è che la storia di Ani FaNelli è in parte quella di Jessica Knoll che, dopo diversi anni e dopo aver ricevuto diversi ringraziamenti da parte di vittime di stupro, rivelò al mondo di aver subito violenze durante l’adolescenza.

La sorella preferita

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«La prima persona a dirmi che ero stata stuprata da un gruppo di ragazzi è stato un terapista, sette anni dopo l’accaduto. La seconda persona fu il mio agente letterario, cinque anni dopo, solo che non stava parlando di me. Stava parlando di Ani, la protagonista del mio romanzo, che è un’opera di finzione. Ciò che ho tenuto nascosto, fino a oggi, è che la sua ispirazione non lo è.
Da quando il libro è stato pubblicato lo scorso maggio, la mia lista di ignari sostenitori si è ampliata. La lista include critici e editori, pubblicisti e dirigenti di Hollywood. Potrebbe anche includere te, se sei una delle migliaia di lettori che hanno recensito il libro su Amazon e Goodreads, o che mi hanno contattato su Facebook, Twitter e Instagram. Probabilmente non ti sei reso conto di aver riconosciuto quello che mi è successo quando hai riconosciuto quello che è successo ad Ani, in parte perché non ho mai discusso pubblicamente quel frangente della mia vita e in parte perché La ragazza più fortunata del mondo non è un memoir o un romanzo a chiave.»

Dopo anni passati in silenzio, Jessica Knoll – proprio come Ani FaNelli – rivela al mondo la verità perché proprio come scrive nella dedica del suo romanzo: “A tutte le Tiffani FaNelli del mondo. Io so”.

Per approfondire