Rabbia nei bambini: i genitori inuit insegnano a gestirla

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Redazione BookToBook
06 Lug 2021

La rabbia nei bambini crea un enorme malessere, senso di fallimento – e tanta, tantissima rabbia di ritorno – nei genitori. Non accade a ogni angolo del Pianeta. Gli inuit hanno sviluppato un approccio straordinario per stimolare l’intelligenza emotiva e scongiurare la rabbia nei figli.

Fa parte del metodo Cacciatore Raccoglitore Genitore, un bestseller capace di cambiare per sempre la vita di madri e padri stanchi, stressati e in eterno conflitto. Lo ha elaborato la scienziata e divulgatrice Michaeleen Doucleff, genitore insofferente un tempo, oggi madre di un angioletto collaborativo e felice.

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Ha girato il mondo con la figlia di 3 anni alla scoperta di popolazioni che sanno come crescere bambini generosi e sereni.

“Rosy e io abbiamo dormito su un’amaca nella terra dei maya; abbiamo aiutato un nonno inuit a cacciare narvali nel Mar Glaciale Artico; abbiamo scavato in cerca di tuberi con le mamme hadza in Tanzania”.

La rabbia nei bambini: l’autorità non funziona

Il metodo autoritario. Adottare un misto di rabbia e severità, con tanto di urla e minacce, fino a oggi vi è servito a qualcosa? Il più delle volte si ritorce contro: bambini che urlano a un volume inverosimile, si buttano a terra, lanciano oggetti e piangono come primaria forma di comunicazione.

Il metodo autorevole. Molti avranno tentato invano, come Michaeleen Doucleff, il metodo autorevole: fermi ma gentili.

“Rosy capiva benissimo che ero ancora arrabbiata, e finivamo per ritrovarci invischiate nel solito meccanismo”.

La rabbia nei bambini: il paradiso inuit

Per imparare a controllare la rabbia nei bambini Michaeleen Doucleff si è spinta nel minuscolo villaggio artico di Kugaaruk. Qui vive una comunità inuit dove capricci, liti e frustrazione sembrano non esistere, tra i piccoli come tra gli adulti.

“Quando ci aggiriamo per la cittadina non riesco a nascondere la mia incapacità nel gestire i capricci di Rosy, né tantomeno le mie reazioni cariche di rabbia. Offriamo pubblico spettacolo. (…) Mi rendo conto che in due giorni, nonostante tutti quei bambini in giro, non ho ancora assistito a un solo capriccio (a parte quelli di Rosy) e non ho sentito nessun pianto”.

Trasmettono calma in qualunque situazione, una calma onnipresente e pervasiva. E sembra proprio contagiosa, perché anche i bambini sono decisamente rilassati, almeno nella maggior parte dei casi.

“Non li vedo litigare, insistere con i genitori al supermercato o lamentarsi e piangere quando è ora di tornare a casa dal parco giochi”.

Le 5 lezioni inuit per gestire la rabbia nei bambini

Gli adulti inuit non si lasciano andare a gesti bruschi per controllare la vivacità dei figli. Gli adulti non perdono la calma, strillare è una cosa da bebé. I genitori non fanno richieste ad alta voce e non insistono affinché il bambino interrompa ciò che sta facendo o agisca in un certo modo. Perché?

1. Quando sgridi i bambini, loro smettono di ascoltare

Un po’ come accade nella vita di coppia e in quella lavorativa: la gentilezza e il peso delle parole spese sono il miglior modo per essere ascoltati.

C’è altro. L’amore non basta a sopportarsi, nemmeno quello genitoriale. Una donna inuit suggerisce: «Mi sa che tua figlia non ne può più di te. Ecco perché si comporta male». Ai bambini serve spazio e molta distanza dai genitori. Bisogna creare un distacco, indipendenza, com’è anche in un matrimonio felice.

2. I bambini non dovrebbero stare con una sola persona, ogni ora del giorno

Quando una donna inuit si offre di tenerle la figlia, Michaeleen Doucleff  declina la proposta. “Sono così abituata a pensare alla cura dei bambini come a un one-woman show che, sentendomi in difficoltà ad accettare il suo aiuto, dico qualcosa di ridicolo: «Oh, grazie, ma ce la faccio».

3. I genitori hanno bisogno di una pausa dai figli, e viceversa

L’errore di un genitore è credere che i bambini abbiano bisogno di loro costantemente, quando è vero il contrario. “So di aver bisogno di una pausa da Rosy: non ne posso proprio più. Ma non avevo mai pensato che anche lei potesse essere stufa di me. Forse è per questo che litighiamo così spesso”.

4. Strillare contro un bambino è umiliante

L’adulto, fondamentalmente, si mette al livello del piccolo, in una versione cresciuta dei capricci. Lo stesso vale quando si rimproverano i bambini o ci si rivolge loro con voce arrabbiata. «Non risolverà il problema. Non farà altro che incrinare la comunicazione tra il piccolo e la mamma». Quando si diventa grandi non ci si arrabbia, non si grida, non si perde la calma: questo è il messaggio che deve trasmettere un genitore al figlio che, come tutti i bambini, desidera solo diventare grande.

5. Nessuna punizione, nemmeno la più leggera

Anche le punizioni più lievi sono considerate inappropriate, si dimostrano inefficaci. «Non vedo di buon occhio un approccio basato sulle sgridate: “Rifletti su quello che hai appena fatto. Vai in camera tua!”. Non è così che educhiamo i nostri figli, perché facendolo insegni loro solo a scappare».

Educare nostro figlio: consigli di lettura per diventare genitori migliori

Gli inuit sono certi che sia per questo che i bambini bianchi non ascoltano: i genitori li sgridano troppo.

Per imparare ad applicare nel quotidiano il metodo inuit, – come quello maya e quello hadza – vi rimandiamo alla lettura di Cacciatore Raccoglitore Genitore.

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