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Massimo Pericolo: le frasi dal libro

Massimo Pericolo soppesa ogni frase quando scrive i suoi pezzi. Ha una metrica, un ritmo e un impatto onesto anche il suo primo libro, Il signore del bosco, un’autobiografia schietta che racconta il rapporto con la famiglia, lo spaccio e il carcere, la sua provincia immersa nella natura e la scena rap italiana.

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Abbiamo scelto alcuni incisi dall’autobiografia del rapper del Lago Maggiore.

Massimo Pericolo: le frasi sul fare rap

Nel nostro ambiente se un musicista ha successo, tanti fan dicono che si è venduto, che in realtà non è capace, e si convincono che al suo posto farebbero meglio.

 

Adesso si tende a usare lo slang americano senza capire che per i rapper americani non si tratta di stile, quello è il linguaggio vero che si usa per strada. Ma se, con la musica, vuoi rappresentare la tua realtà è meglio usare parole
che ti appartengono, che nascono da situazioni che qui esistono. La pistola qui non si chiama stick, i problemi, le discussioni non sono beef, nessuno parla in questo modo qui.

 

La musica non può essere esclusivamente citazionista altrimenti è effimera, solo divertissement, non è sapere, non è riflessione, non è cura, forse è fuga dalla realtà, l’esatto contrario di ciò di cui io ho bisogno per vivere.

Le parole chiave di Massimo Pericolo

BUGIA. La retorica è una bugia. Come quando i poveri pensano che i ricchi non si meritano quello che hanno e i ricchi pensano che i poveri lo sono perché non fanno un cazzo. E sopra c’è qualcuno che sfrutta questo conflitto, che divide et impera.

PULIRE. Provo repulsione per chiunque e pulisco ogni cosa maniacalmente smontando persino i sanitari; interi flaconi di detersivi appena aperti e spugne usate una volta finiscono in pattumiera, colpevoli solo di essere entrati in contatto con le mie mani sporche mentre pulivo.

BOSCO. La gioia che ti assale quando entri in un bosco, la consistenza del terreno, l’erba fresca, i colori dei fiori selvatici che spuntano ovunque, anche sotto i piedi, ti danno un senso di soddisfazione difficile da spiegare
a chi cammina sull’asfalto e ha sempre davanti agli occhi l’opera dell’uomo, idee, concetti o costruzioni.

Massimo Pericolo: le frasi su provincia e natura

Io non canto la città di provincia, sempre un passo indietro rispetto alla grande città, ma una realtà di provincia diversa e sconosciuta, quella dei paesini, di comunità in un contesto geografico in cui uomo e natura sono ben
presenti l’uno all’altra, ma all’interno del quale si inseriscono elementi incongrui, provenienti da altri piani di realtà: una sorta di urbanità artefatta che stride con il paesaggio e lo deturpa. L’effetto è la disarmonia.

 

Non sarei quello che sono se fossi nato e cresciuto altrove. Sono sicuro che ciò che influenza maggiormente la gente o un popolo è la geografia.

 

Se vivi in una terra ondulata tra due laghi, attraversata da strade curve e saliscendi tra paesini di poche migliaia di anime che sfumano nel folto di boschi ai piedi della montagna, è molto probabile che il tuo umore e il tuo carattere serberanno una nota istintiva, volubile, malinconica.

 

Sulle tendenze la provincia è sicuramente indietro rispetto alla città, ma da noi ci sono cose che in città non ci sono. Le stesse che rallentano quel tipo di progresso che in fondo è solo illusorio, è moda, cultura del momento.

Massimo Pericolo: un disturbo ossessivo compulsivo

Già da bambino ero fissato con l’ordine e la pulizia, lustravo maniacalmente ogni cosa, me stesso, la casa. Facevo l’inventario degli oggetti che possedevo: dovevano essere pochi affinché potessi controllarli mentalmente. Era una grande fatica e non riuscivo mai a ottenere il risultato che volevo.

 

Sono all’apice del mio disturbo ossessivo compulsivo. Ho le mani grandi il doppio per il freddo e i continui lavaggi, gonfie, doloranti e piene di tagli. Negli ultimi tempi me le lavavo in continuazione.

 

Quando gli sconosciuti che venivano a casa a comprare il fumo se ne  andavano, pulivo la sedia e qualsiasi cosa avessero toccato. Il terrore  della contaminazione mi costringeva a un’attenzione sgradevole su tutto.