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180 anni di Giosuè Carducci: il grande poeta visto da una inedita prospettiva

Giosuè Carducci non è stato solo l’autore di San Martino e Pianto antico, che tante volte hai recitato (volente o nolente) durante le ore scolastiche. Ad esempio, sapevi che è stato il primo italiano a ricevere il premio Nobel per la letteratura, nel 1906? Si potrebbero spendere infinite parole per raccontare i suoi meriti letterari. Ma non lo faremo in questa sede: eccoti quindi una serie di curiosità per conoscere il lato più goliardico e mondano del famoso poeta.

1. Dire che fosse un’amante del buon cibo è forse riduttivo. Famose sono, infatti, le sue ribotte, enormi e spropositate mangiate che organizzava con i suoi amici di Castagneto. Solitamente, iniziavano al mattino e finivano la sera, senza comunque dimenticare la poesia di cui, tra una portata e l’altra, discuteva o recitava.

2. Amante del cibo e ovviamente anche del buon vino. Pensa che la sua collaborazione alla “Cronaca Bizantina”, rivista a carattere letterario-sociale-artistico fondata nel 1881 a Roma, veniva pagata direttamente con barili di Vernaccia, un ottimo vino bianco.

3. Ulteriore conferma del suo amore per il vino arriva direttamente da un’osteria di Desenzano del Garda. All’interno fu murata una lapide che recitava: «Qui Giosuè Carducci, nei mesi di luglio e ottobre, degli anni 1882-85, spesso libero da scocciatori, per sedare l’ardore dello spirito, per sciogliere l’amaro degli affanni, per temprare il vigore e la grazia; ilare e di buon umore attingeva dai vini vigore e grazia.»

D’altronde, per conoscere meglio la persona, basta soffermarsi sulle parole del poeta:

«Sono superbo, iracondo, villano, soperchiatore, fazioso, demagogo, anarchico, amico insomma del disordine ridotto a sistema; e mi è forza fare il cittadino quieto e da bene.»