“L’uomo delle castagne” di Soren Sveistrup, 5 motivi per leggerlo

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Redazione BookToBook
04 Feb 2019

Omicidi, false piste, bambini maltrattati, sangue in abbondanza: questo e molto altro è L’uomo delle castagne di Soren Sveintstrup,  da cui è stata tratta l’omonima serie Netflix, in uscita il 29 settembre, con la regia di Mikkel Serup.

Un thriller scandinavo agghiacciante, caratterizzato da una scrittura ad alta tensione e da una grande caratterizzazione dei personaggi.

Quello che rende il romanzo di Sveistrup particolarmente brillante e lo fa svettare al di sopra degli altri thriller del genere “Scandi-noir” è la storia. Un intreccio complesso e credibile, che coinvolge totalmente il lettore mescolando attualità e orrore.

Di motivi per leggerlo ce ne sono tanti. Eccone almeno cinque.

L’uomo delle castagne

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1 – Una storia, due detective fuori standard

Sulle orme di un efferato serial killer che uccide senza scrupoli, mutila le proprie vittime e lascia come firma sui luoghi del delitto degli omini fatti di castagne indagano Naia Thulin e Mark Hess.

Thulin è una brillante ispettrice di polizia, poco considerata, anche se stoicamente dedita al suo lavoro; Hess è un ispettore fallito dell’Interpol, distaccato a Copenaghen a causa di un passato poco chiaro nello svolgimento delle indagini europee.

Nel corso della storia questa coppia mal assortita cresce emotivamente. Hess, ossessionato dal caso, determinato a incastrare l’assassino, si svela al lettore gradualmente, mostrando il suo incredibile talento investigativo e una personalità molto sfaccettata. Thulin all’inizio vorrebbe evitare anche di incontrarlo. Con il procedere delle indagini, inizia ad assecondarlo e si adatta a seguire i suoi ritmi fuori standard. Man mano, i due diventano una vera squadra, stabilendo tra loro l’empatia necessaria per supportarsi e risolvere il caso.

Se L’uomo della castagne avrà un seguito, siamo sicuri che Thulin e Hess ci riserveranno ancora molte sorprese.

2 – Un thriller senza sonno

Vietato addormentarsi. Dalla prima all’ultima riga, sorprese e tensione saranno inseparabili compagni di lettura. La trama mescola sapientemente una storia di soprusi e infanzia negata all’orrore della vendetta generata da una mente malata. E la tensione cresce, accompagnandoci lungo piste che vengono puntualmente smentite con ritmo incalzante.

3 – Labirinti inestricabili di false piste

Le piste battute da Thulin e Hess sono piene di insidie. Le seguiamo, convinti di essere vicini alla soluzione del caso, ma puntualmente ci accorgiamo di essere sulla strada sbagliata. L’assassino è lì, davanti a noi, ma non capiremo mai chi è fino a quando Sveisrup non deciderà di svelarcelo.

4 – La scoperta della Selandia

La neve, il freddo, il buio danese, le luci al tramonto di Copenaghen, le vie fatte di villette signorili con giardino ci catapultano nel paesaggio nordico. Soprattutto, veniamo trasportati in Selandia. Terra di anime, la Selandia è la maggiore isola della Danimarca. E’ qui che la storia de L’uomo delle castagne ha inizio, in una fattoria dove viene commesso il primo di una serie di delitti che si protrarranno per oltre vent’anni. Ed è qui, affacciati sul mar baltico, che viene voglia di recarsi, anche solo per un breve viaggio. Per conoscere le città di Roskilde e Elsinore, ma anche per vedere i grandi alberi di castagne che sono all’origine di questa storia.

5 – Una thriller nato per diventare una serie di culto

Accuratezza nelle descrizioni, cambi di scena continui, varietà di ambienti e personaggi: pur essendo lineare e scorrevole, la scrittura di Sveistrup è molto cinematografica. Del resto, l’autore è al suo primo romanzo, ma non alla sua prima esperienza di storie criminali. E’ infatti l’ideatore della serie TV The Killing, divenuta un cult tra gli appassionati, e lo sceneggiatore del film L’uomo di neve, tratto dall’omonimo romanzo di Jo Nesbø. Leggere L’uomo delle castagne significa prepararsi a conoscere già la sua trasposizione cinematografica. Che, forse, arriverà.

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