Leila Slimani – Il Goncourt più venduto degli ultimi 10 anni

Scritto da:
Redazione BookToBook
28 Apr 2017

È Leila Slimani a essere la vincitrice del Goncourt più venduto negli ultimi 10 anni con il suo Ninna nanna, “una bomba nelle mani del lettore. Fin troppo vero” secondo Lire.

La scrittrice trentacinquenne, nata nel 1981 a Rabat e residente a Parigi, vince con un romanzo, Chanson Douce in originale, che narra la storia di una tata che arriva a compiere un gesto folle. Al suo secondo romanzo, Leila Slimani è già nota al pubblico italiano sempre grazie a Rizzoli che nel 2016 pubblicò il sorprendente Nel giardino dell’orco.

Ninna-nanna-cover

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Leggi il primo capitolo di Ninna nanna, di Leila Slimani


Il bambino è morto. Sono bastati pochi secondi. Il medico ha assicurato che non aveva sofferto. Il corpo disarticolato giaceva in mezzo ai giocattoli, l’hanno adagiato in un sacco nero e hanno chiuso la cerniera. La bambina invece era ancora viva quando sono arrivati i soccorsi. Ha lottato come una tigre.

C’erano segni di colluttazione, frammenti di pelle sotto le sue unghie tenere. Sull’ambulanza che la trasportava in ospedale era agitata, scossa dalle convulsioni. Ansimava, con gli occhi sbarrati. La gola era piena di sangue. I polmoni perforati. Aveva sbattuto violentemente la testa contro il cassettone azzurro.

La polizia ha fotografato la scena del crimine. Ha rilevato le impronte digitali e misurato il perimetro del bagno e della cameretta dei bambini. Il tappeto rosa era imbevuto di sangue, il fasciatoio ribaltato per terra. I giocattoli sono stati sigillati nei sacchetti di plastica e portati via. Anche il cassettone azzurro servirà al processo.

La madre era in stato confusionale. Lo hanno detto i pompieri, lo hanno ripetuto i poliziotti, lo hanno scritto i giornalisti. Entrando nella stanza dove giacevano i figli, ha lanciato un grido, un grido profondo, un ululato. I muri hanno tremato. Su quella giornata di maggio è calata la notte. La donna ha vomitato e la polizia l’ha trovata così, rannicchiata in terra, con gli abiti sporchi, che piangeva come una pazza. Ha urlato fino a farsi scoppiare i polmoni. L’infermiere ha fatto un cenno con il capo e l’hanno tirata su. Scalciava, opponeva resistenza. La giovane dottoressa del pronto soccorso le ha somministrato un calmante. Era al primo mese di tirocinio.

Hanno dovuto soccorrere anche l’altra. Con altrettanta professionalità, con imparzialità. Non ha saputo morire. La morte, ha saputo solo darla. Si è tagliata i polsi e si è piantata un coltello in gola. Ha perso conoscenza ai piedi del lettino a sbarre. L’hanno sollevata per prenderle il polso e misurarle la pressione, poi l’hanno adagiata sulla barella. La giovane tirocinante le teneva una mano premuta sul collo.

I vicini di casa si sono radunati nell’androne del palazzo. Sono soprattutto donne. È quasi ora di andare a prendere i bambini a scuola. Guardano l’ambulanza, con gli occhi gonfi di lacrime. Piangono, vogliono sapere. Si alzano sulla punta dei piedi. Cercano di capire cosa stia succedendo dietro il cordone di polizia, all’interno del mezzo che parte a sirene spiegate. Si scambiano informazioni all’orecchio. Si è già sparsa la voce. È successo qualcosa di brutto ai bambini. È un bel palazzo in rue d’Hauteville, nel decimo arrondissement.

Un palazzo in cui gli inquilini si salutano cordialmente anche se non si conoscono. L’appartamento dei Massé si trova al quinto piano. È il più piccolo dell’edificio. Quando è nato il secondo figlio, Paul e Myriam hanno dovuto alzare una parete divisoria in soggiorno. Dormono in una stanzetta, tra la cucina e la finestra che dà sulla strada. Myriam ama i mobili rustici e i tappeti berberi. Ha appeso delle stampe giapponesi alle pareti.

Oggi è rientrata prima del solito. Ha concluso velocemente una riunione e rimandato a domani la lettura di una pratica. Seduta sullo strapuntino della linea 7 della metropolitana, ha deciso di fare una sorpresa ai bambini. Lungo la strada, si è fermata dal panettiere per comprare una baguette, un dolce per i piccoli e una torta all’arancia per la tata. È la sua preferita. Ha intenzione di portarli alle giostre. Andranno a fare la spesa per la cena. Mila farà i capricci per un giocattolo, Adam sbocconcellerà un pezzo di pane sul passeggino.

Adam è morto.

Mila non ce la farà.


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