Questo libro non s’ha da fare: John Le Carré, La spia che venne dal freddo

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Redazione BookToBook
08 Ago 2015

A volte lapidarie, altre impietose: sono le lettere di rifiuto ai manoscritti dei capolavori della letteratura mondiale (come Moby Dick, Lolita o L’amante di Lady Chatterley per citarne qualcuno), che non sempre sono stati accolti bene dagli editori. Leggerle con il senno di poi e immaginarsi le reazioni di chi li ha avuti tra le mani lasciandoseli sfuggire può essere un esercizio divertente!

«Benvenuto in Le Carré, non ha nessun futuro.»

La frase che leggi qui sopra fu l’ingiusta lettera d’accompagnamento che un editor fece all’opera di Le Carré per un suo collega, incaricato di leggere il manoscritto di The spy who came in from the cold, da noi conosciuto come La spia che venne dal freddo. Non è proprio una lettera di rifiuto, perché alla fine il libro fu pubblicato, ma dimostra chiaramente quanto il manoscritto non gli fosse piaciuto. A quei tempi, cioè nel 1963, lo scrittore britannico aveva già pubblicato due libri Chiamata per il morto (1961) e Un delitto di classe (1962) eppure il suo nome non era molto noto. Insieme alla pubblicazione venne il successo: il libro fu apprezzato dal pubblico e dalla critica, amato per le sue dettagliate descrizioni dei metodi di spionaggio usati in Occidente e per gli intrighi narrati tra i due blocchi coinvolti nella Guerra Fredda.

Il film, a differenza di altre pellicole tratte da romanzi, uscì solo due anni dopo: il successo di Le Carré era appena iniziato.